Gianluigi Golfetto

Gianluigi Golfetto
Treviso

Nasce a Treviso nel 1970 e sin da giovane nutre un forte interesse per le arti grafiche figurative.
Inizia di fatto il l suo percorso artistico dopo l’incontro del tutto casuale con un arista greco che gli insegna a modellare la ceramica ed ad accostare alla semplice argilla smalti colorati per costruire soluzioni e forme in un connubio di geometrie policrome. Da queste prime esperienze ne nasce una vera e proprio passione che lo vede impegnato nella frequentazione di diversi corsi specialistici per apprendere tutte le varie tecniche di lavorazione delle ceramiche e delle argille, per conoscere le caratteristiche, le particolarità ed i procedimenti per il trattamento dei vetri e degli svariati ossidi per la loro colorazione. Apprende in questo periodo anche le tecniche di cottura ed ha una particolare passione per la tecnica arte giapponese del Raku, per lui tuttora fonte di ispirazione. La conoscenza delle pratiche di lavorazione, dei materiali, la curiosità e la volontà di sperimentare soluzioni materiche sempre diverse e originali lo spingono a ricercare nuove creazioni ottenute utilizzando accostamenti diversi. Dal vetro colorato fuso su terracotta sperimenta le resine su basi e supporti diversi come il legno, il plexiglass, il vetro, la plastica e la tela di juta. Reinterpreta personalizzando tecniche antiche come il cracklè utilizzando e combinando però materiali diversi e a volte inusuali, nella continua ricerca di effetti unici e sorprendenti. Su supporto di juta usa gessi, argilla e resine, ma anche pigmenti puri e colori naturali ottenuti da vegetali come il cacao, la curcuma, il caffè. Sperimenta ed usa polvere di metalli fatti ossidare direttamente sulla juta con acidi, ottenendo effetti cromatici intensi e profondi. Trae la sua ispirazione spesso dall’osservazione dei paesaggi campestri o da particolari e dettagli di poca importanza che incontra nella vita di tutti i giorni come per esempio vecchi muri, muffe, oggetti comuni o una semplice crepa nell’asfalto.