Valerio Pazzaia

Valerio Pazzaia
Treviso

Non è semplice delineare il percorso artistico di Valerio Pazzaia, che nell’arco di circa quarant’anni ha saputo elaborare un personale modus operandi, in cui il pensiero creativo si combina con la continua sperimentazione tecnico-formale. La forza costruttiva dell’immagine, l’immediatezza del segno, la libertà del colore restano gli elementi caratterizzanti della sua produzione, dalle incisioni, ai ritratti, ai vigneti, alle figure e alle ballerine. Tale ricerca trova le sue radici nella matrice espressionista di diversi movimenti e correnti dell’arte contemporanea, dalle avanguardie storiche al graffitismo americano degli anni Ottanta. Per Valerio Pazzaia, l’espressione formale nasce da un pensiero introspettivo che lui stesso definisce “divergente”, volto a penetrare il profondo del proprio essere e a cogliere le multiple rivelazioni provenienti dall’infinita sfera del sentire. L’aspetto concettuale del suo pensiero trova spiegazione nel termine “psiconauta” tanto caro all’artista, riferito alla volontà di penetrare gli stati profondi della coscienza attraverso il fare creativo per esplorare l’esperienza e l’esistenza umane. Tale processo si attua solo nella concretezza del fare e dell’agire durante la realizzazione dell’opera. La progettualità tecnica quindi assume un ruolo fondamentale per veicolare la pluralità dell’esperienza emotiva. La pratica dei materiali tradizionali come i pastelli, il carboncino, i colori a olio si combina con la sperimentazione di nuove vernici sintetiche e industriali sublimate dal continuo lavoro dell’artista. Nasce così quella “felicità del fare” che permette di realizzare le opere quasi senza fatica attraverso una gestualità istintiva e sicura.
Roberta Gubitosi